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Utopia è ciò che non si comincia

Questa frase mi è venuta in mente la settimana scorsa.
Credo sia puramente mia ma, si sa, le influenze sono molte e non tutto quello che si crede originale si dimostri poi di esserelo. Comunque la ritengo azzeccata.
Sono certo che giri nella testa della gente che vuole cambiare le cose, quelli che credono nelle migliorie, nel nuovo inizio.

La frase é sorta dopo una serie di mie personali incazzature sentendo "questo non si può fare", "quello non si può fare", "se non si è disonesti non si riuscirà mai a fare soldi..", "in Italia è impossibile fare questo e quello", "impossibile che noi che la facciamo".
Eccetera eccetera eccetera.
Frasi da bar, frasi per dare aria ai denti. Frasi "fatte" che mi accendono e mi fanno ribollire. Divento nervoso perchè c'è gente che ce la mette tutta e produce i risultati che vuole o comunque fa un percorso che da risultati di qualità mentre altri dormono. Anzi, peggio, si lamentano.
Razzo, GENTE VI METTETE IN AZIONE O NO???

(Questa è naturalmente indirizzata anche a me.)

Due settimane fa sono diventato rappresentante dell'asilo del mio cucciolo. Alla riunione di elezione, presso la scuola materna, ancora una volta mi sono accorto di quanto la gente sia poco dinamica e scarsamente attenta alla partecipazione della propria vita.
Una vita che diventa un conglomerato di default, ripetizioni su ripetizioni.
Molte lamentele (lavoro, poco tempo, costo vita, traffico..) ma scarso investimento nello sviluppo di una propria utopia o semplicemente di una propria concezione di realtà.
1 sveglia, 2 lavoro, 3 cibo, 4 figli, 5 dormire (con qui e lì condimento di tv dai bassi contenuti e l'alcool).
Mi chiedo se sia ovunque così. Mi chiedo se la genta sia capace di pesare il proprio valore sociale, la propria felicità, le proprie capacità. E mi chiedo ancora se le persone riflettino sul proprio futuro e calcolino le azioni in base agli anni futuri.
Odio le generalizzazioni ma mi è parso che la quasi totalità avesse scordato il piacere della scoperta, dell'azzardare, dell'uscire dagli schemi, del piacere del cogliere l'eccitazione senza ingurgitare dell'alcool che sblocca.
Una paura, forse, di sbagliare o del soliti giudizio degli altri, quasi fosse divino..
Esiste un chiaro blocco del agire.

Una o due settimane fa mi stava passando per la mente di mollare il lavoro, così dal detto al fatto, e dedicarmi completamente a mia figlia e alle mie passioni. Di andare contro corrente, di fregarmene delle finte resposabilità.
Una pazza vocina mi parlava.
...troppe responsabiltà gravano sulle mie spalle o forse sono semplicemente poco coraggioso o troppo poco folle.
Sicuro è che se non mi muovo non creerò alcun interessante movimento a cui prender parte.
Un Grazie alla seconda vocina che spifferava un piano.

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