
Un giorno ti arriva un bel bambino. Sei felice, lui è bellissimo, ti guarda, prima, poi addirittura ti sorride. Lo osservi mentre dorme e ti chiedi come fai a essere così fortunato. E lo guardi ancora e trovi incedibile che sia proprio tuo, questo bel bambino.
Poi sorge il sole, entra la luce. Si sveglia e spalanca i suoi occhioni, con la bocca leggermente aperta, quasi spaventato, mentre tu non puoi fare a meno di temere lo scorrere del tempo.
Intanto progetti e un po' ti pendi di come sono andate alcune cose con la primogenita..
Ma, tutto sommato, dormi sonni tranquilli.
E un giorno succede, invece, l'opposto.
Invecchiando ti poni molte più domande. Sul futuro, sulla vita.. ti chiedi come sarà quando i tuoi non ci saranno più e magari avrai superato i 50, o su di lì.
Ma le cose non vanno mai come pensi, c'è sempre l'imprevisto, c'è l'intreccio con il tutto.
E ecco che la tua mamma ti lascia.
Così, speri sempre che superi anche la peggiore delle situazioni ma, ehi, neanche lei è invincibile. E ti dice addio, ma senza salutare. Con un respiro.
Poi si ferma e si raffredda. Manca il movimento, manca tutto.
La urti e oscilla. Le parli, e sembra che stia per svegliarsi, ma, ahimè, non succederà.
La ricordi per tutte le cose che faceva, anche per banalità, forse soprattuto per quelle. I suoi piatti, i giri al mercato, le piccole complicità perché sono quelle che mancano davvero.
I giorni passano, il vuoto non si riempie, la tristezza muta, cambia pelle, ma è sempre lì.
Vedi la foto e pensi che è tutto così strano. Nausea.
Vai in mensa e vedi la trippa e pensi «Cavoli è da un pezzo che la mamma non mi fa la sua... ». Purtroppo non la assaggerai più. Poi sei a casa, tra mille distrazioni, e ti arriva la piccolina che ti dice che fa le preghierine alla nonna che è in cielo.
Inutile trattenersi, cala un fiume di lacrime.
E niente più chiacchierate sotto la pergola, o tè alla domenica pomeriggio.
L'ultimo segno è quel epigrafe fatto a photoshop, con quelle nuvole jpg, che, in realtà, non mi piace poi molto. Ma va bene così.. E un favoloso papà che soffre e piange, che lo vedi disperso, barcollare ma, fortunatamente, sta ancora in piedi.
Rimane sempre il "forte del 47", che non si spezza neanche alla morte della moglie, per quanto affogato nelle lacrime.
É già, va proprio così la vita. Imprevedibile.
C'è chi va e c'è chi viene, ma dio solo sa quanto però avrei voluto che si godesse il mio nuovo arrivato almeno un altro po'.
E questo mi fa proprio tanto male.
Commenti
Sebbene sia patetico farlo via pc,mi vedo costretto,non avendo più il to numero...
Vorrei farti le mie più sentite condoglianze...
mi dispiace,Alba...
Un abbraccio grandissimo...
Alex,Zoldo...
Già, un brutto colpo.
Mi faccio presto vivo io, dai.
Grazie ancora, a presto.