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Molleindustria dice che non abbiamo più bisogno di un'industria per fare videogiochi



Mi vengono pochi commenti, se non che, da ex sviluppatore italiano, intanto mi vergogno abbastanza e poi aggiungo che dal mio punto di vista l'Italia è un paese di vecchi con idee vecchie.
Lo si vede dagli spot, dagli insegnamenti a scuola (molti, non tutti), da come funzionano le banche e la posta, dalla mentalità chiusa e retrò.
E dal fatto che, non so da voi, ma qui tutti si lamentano in piazza, ma mai quando è davvero il momento.
Da una newsletter di hart leggevo che anche il loro capoccia a volte fa fatica a far investire grossi gruppi italiani in progetti innovativi, idee controtendenza o comunque nella tecnologia. E se fa fatica lui, con una realtà rilevante che fa fatturato..

Per cambiare bisogna colpire dal basso e osare, impare e evolversi. E gli indie stanno facendo proprio questo.
Sono anche contentissimo che Paolo Pedercini chiuda con la necessità di imparare l'inglese. Ma vale per tutti: ogni volta che sento l'inglese di un pezzo grosso al Tg, che sia dello sport o della moda, mi vengono i capelli dritti.
Non lo ripetessi a ogni corso che insegno davanti a espressioni vaghe e attonite, dannati studenti sfaticati.
Ma poi non solo l'inglese, mi piacerebbe vedere e sentire di più il desiderio di imparare tra le persone. Non ho ancora trovato nessuno che davvero dedicasse un po' del suo tempo alla sua istruzione e questa è una cosa che manca. E per istrizione intendo su tutti i fronti.

Chissà che questo video non sia un piccolo campanellino che le cose si stanno smuovendo e anche in una giusta direzione.

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