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Per un pizzico di critica in meno...

Mentre la mia compagna chiacchiera con una sua cara amica sul divano, come non faceva da tempo, anche questa sera sono riuscito a piazzarmi tranquillo davanti al PC.
Il tema del loro animato discorso è, credo, quello del rapporto di coppia. Il solito, insomma.

Io, invece, mi informo su una notizia di altrettanto interesse culturale, direi di livello mondiale (eheh), la chiusura della rivista Videogiochi.
VG usciva ogni 2 mesi e aveva la prerogativa di non trattare l'argomento come puro passatempo, ma come mezzo comunicativo, espressione dello sviluppo del nostro tempo, a volte introducendosi anche nel campo dell'arte.
La rivista è stata apprezzata da tutti quelli che lavorano nel campo e da chi amava andare più in là della lettura della pura esplosione sensoriale provocata dalle macchine da gioco.
Sta di fatto che, per un mero motivo economico, ha chiuso. Al suo posto uscirà Game PRO che avrà più articoli tradotti dallo stesso magazine di origine inglese. Insomma, meno giornalisti da pagare.
Ora, immagino che seppur tutti millantassero le sue doti, alla fine a comprarla erano(vamo) in pochi...
Cmq la questione è la solita: la qualità, a volte, non basta.

E allora, invece di far polemica, decido di mettermi nei panni del (nuovo) editore e rifletto sull'obiettivo economico di queste case che producono ma che alla fine vogliono giustamente far quadrare (possibilmente al meglio) i conti. Non vende abbastanza? Change!

Io, da persona intelligente quale credo di essere, rifletto prima di un acquisto perché ne voglio avere il massimo giovamento possibile e credo che VG desse molto di più delle tristi riviste piene di immaginone ma con scarsissima sostanza - tralasciando il tema culturale, mai proposto decentemente dalla concorrenza. Forse anche per una questione di target, considerato giovane e poco interessato a questo aspetto. O forse anche perché più difficile e con una richiesta di bagaglio culturale in più.
Alla fine della catena c'è il pubblico. Loro decidono. Anzi, Noi decidiamo, anche se sembra che nessuno se ne accorga e sfrutti questo potere.

Se il resto del globo preferisce ascoltare le campagna promozionali e fermarsi all'ennesimo gioco del calcio (o della F1) peggio per loro. Non credo arrivano ad assaporarne il cuore ma ognuno è libero di fare quello che vuole. C'è a chi interessa avere un'esperienza nuova e stimolante e a chi svagarsi 5 minuti (anche se ha speso 60 euro per un prodotto orribile) - un come andare al cinema. Voglio dire, a questo mondo c'è anche chi afferma che il (terribile) film van helsing sia bellissimo.
A me piace pensare e giudicare studiando almeno un ciò che ho davanti. Penso sia giusto e voglio trasmetterlo questa mia visione del piano anche a miei figli.
E non voglio perder altro tempo a parlarci su, tanto, di fatto, cambierò poco, anche se mi rode. Ma preferisco investire le mie ore in altro.
Il tempo e la diffusione della cultura, forse, mi daranno ragione.
Per quanto mi riguarda per un mondo più ricco di sostanza e vera bellezza, di varietà e di sperimentazione fatta con cuore e testa, ci vuole un giudizio critico tutt'altro che superficiale, basato su cultura ed esperienza.. Non è bello poter giudicare perché ne si ha la facoltà?
Ma ora basta.
..fortunatamente, anche nel male qualcosa di buono, vuoi per distinguersi, vuoi per una questione del "non ne posso più di questa roba", salta sempre fuori.

Ah, si, tende in cucina e in salotto.
Era ora.

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