
Un sacco di scoperte interessanti fuse a un mucchio di esperienza.
La prima: aver capito di essere assolutamente fuori allenamento.
La seconda: che il parkour non è un insieme di volteggi ma proprio uno stile di vita.
Gli allenamenti sono stati proprio duri. Quadrupedia su aste di corrimano o, all'indietro, in salita su ampie scale hanno lasciato il segno. Le bolle sulle mani ne sono una garanzia.
Credevo di aver un pizzico di resistenza in più.
I francesi, per quanto ritardatari, erano implacabili macchine senza sudore.
Non c'è niente da fare, alla base deve esserci moltissima disciplina e potenziamento, prima di spiccare salti a destra e manca.
La truppa si è dimostrata molto in gamba anche se, probabilmente perché troppo giovane, troppo devota al chiacchiericcio costante e ostile alla concentrazione. Potrei dire che mi sentivo un po' come in gita di scuole superiori, anche se la gente era molto gentile ed educata. Lo spirito del gruppo è stato sinergico e istruttivo, quasi in ogni momento.
Stranamente, seppur senza averlo dimostrato, ho notato di possedere una dose di sicurezza in più di molti altri nell'affrontare altezze rilevanti. La cosa mi ha decisamente colpito, e mi chiedo se non sia frutto di allenamenti diversi (equilibrio contro salti).
Probabilmente camminare sul corrimano a ridosso del fiume ha fatto la sua parte, come anche l'affrontare le grotte.
Ho leggermente cambiato il mio allenamento adattandolo a quello che ho imparato nel week end, focalizzando molto sulla sicurezza e la forza, seppur abbia passato una settimana di quasi completo relax, afflitto da dolori muscolari ovunque. Bello aver aperto ancor più gli occhi e aver individuato nuove vie dove mia allenavo prima, scoprendo un tesoro nascosto.
Per il prossimo anno l'obiettivo è, sempre se il raduno si rifara, superare l'allenamento con una marcia in più.
Con un po' di kaizen giornaliero credo di potercela fare.
Commenti