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Incarico che viene, incarico che va..

In ufficio mantengo in testa ancora questa sensazione di ignoranza e maldestria.
Passerà, ma finché non mi metto deciso sui libri, NON passerà.
Ieri, per lo meno ho fatto bella(ina) figura riuscendo a dedurre una vecchia formula di trigonometria (la adoravo) per far muovere un bruco su un progetto di animazione.
Almeno quello...

Questa mattina ho consegnato per l'altra domanda come assistente di un altro insegnate, mio amico, presso un'altra facoltà.
Si tratta di un corso che copre lezioni di Photoshop, database, reti wireless e altre cosette.
La retribuzione è quello che è, sicuramente più bassa del trascorso corso, ma mi fa solo che piacere poter entrare e rafforzare la mia partecipazione universitaria.
L'unica cosa è che non voglio fare è essere uno di quelli che spiega ma non lavora nel campo. Insomma, misurare le mie mosse per non far parte di quella gerarchia che ho tanto criticato nella mia esperienza di studente.

Tra parentesi ieri mi son ammazzato saltando il divano. Sentivo che non stavo prendendo bene le misure e che non dovevo saltare, ma preso dall'impulso (ahh, maledetto) ho spiccato il balzo. Il ginocchio, invece, ha preferito dialogare con la schiena del divano. Pessima idea, vecchio mio.
Nulla di che, più che altro tanto dolore e un giorno senza corsa, ma il numero delle escoriazioni cresce.
Mia morosa si è pure spaventata.
Io, invece, ridevo nel dolore. Che è il più scemo? (risposta: onussen).

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